Cern, il Big Bang in laboratorio che svelerà un nuovo mondo


di Elena Dusi



William Blake vedeva il mondo in un granello di sabbia. Gli scienziati del Cern hanno iniziato ieri 30- 03- 2010 a cercare l' universo dentro un protone.

Le prime collisioni fra protoni ad altissima energia hanno fatto sprizzare una fontana di schegge di particelle sui monitor delle "control room" del centro ricerche di Ginevra. E mentre gli schermi si riempivano di fuochi artificiali (le tracce colorate delle particelle create dagli scontri) i tappi dello champagne saltavano tra i 5mila scienziati che lavorano al Large Hadron Collider (Lhc), l' acceleratore di particelle più grande del mondo.

Per la prima volta i protoni si sono scontrati all' energia cataclismatica di 7 teraelettronvolt (tev): tre volte e mezzo il record precedente del laboratorio Tevatron di Chicago. «È un momento fantastico. Comincia una nuova era di scoperte» ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer.

E non si può dire che il successo di ieri non sia arrivato a caro prezzo: 20 anni per progettare e costruire Lhc, 4 miliardi di euro suddivisi tra 20 paesi, un' inaugurazione nel 2008 seguita da una catena di incidenti e cause giudiziarie da parte di chi temeva buchi neri e fine del mondo.

Perfino ieri mattina un temporale ha mandato in tilt la rete elettrica, interrompendo temporaneamente la corsa dei protoni nel tunnel di 27 km di Lhc. All' una del pomeriggio i due fasci che viaggiavano in direzioni opposte con 100 miliardi di protoni ciascuno, si sono scontrati con un' energia di 7 Tev (3,5 per fascio), pari a quella di un treno di 200 tonnellate che viaggia a 160 km all' ora.

Attorno al tubo che trasporta i protoni, 9.300 magneti lavoravano intanto a meno 271 gradi (temperatura più fredda dell' universo), impiegando l' energia di mezza tonnellata di Tnt per curvare il fascio lungo la traiettoria circolare del tunnel. Solo nella giornata di ierii protoni, viaggiando quasi alla velocità della luce, hanno percorso 10 miliardi di chilometri. Dalla Terra a Nettuno e ritorno.

Ecco perché Lhc è considerato l' esperimento scientifico più ambizioso del mondo. Nei frammenti sprizzati dalle collisioni gli scienziati del Cern cercano risposte su origine e natura dell' universo. Ma scopo di Lhc è anche catturare il bosone di Higgs, la "particella di Dio" prevista dalle teorie per spiegare come mai gli oggetti abbiano una massa ma mai osservata negli esperimenti.

L' Higgs è stato paragonato a una star attorno alla quale si raduna una folla di fan. L' assembramento di persone è metafora della massa di un oggetto che si aggrega attorno al bosone.

«D' ora in poi - ha commentato Guido Tonelli, scienziato dell' ' Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che dirige Cms, uno dei 4 rivelatori di Lhc - ogni momento è buono per una grande scoperta».

Per Paolo Giubellino, sempre dell' Infn, eletto alla guida dell' esperimento Alice, "Lhc è come una gigantesca cattedrale, realizzata con lo sforzo e la passione di migliaia di persone in tutto il mondo".

Finalmente ieri, conclude Fabiola Gianotti, responsabile dell' esperimento Atlas, «ci siamo trovati di frontea verie propri fuochi d' artificio, diversi da tutto ciò che avevamo visto finora».

 

da Repubblica - 31 marzo 2010  

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